Autolivellanti e livelline: gli errori più comuni prima, durante e dopo la posa dei massetti fluidi

Lo scopo di quest’articolo è illustrare e sensibilizzare imprese e progettisti su tutti gli errori di posa nei quali è facile incappare poiché ci sembra di affrontare situazioni banali o scontate, ma che invece possono spesso portare a gravi vizi del massetto stesso.

Negli ultimi 10 anni la tecnologia dei massetti fluidi ha fatto decisamente passi da gigante. Nel mio ruolo di tecnico a supporto dei clienti posatori molto spesso ci siamo trovati a dover risolvere delle situazioni in cantiere, che le prime volte una decina di anni fa, erano al limite dello “sperimentale”. Dopo aver corso negli anni qualche rischio calcolato in accordo ai miei super clienti posatori, mi sento ora di illustrare le soluzioni ed i consigli elencati sotto ogniqualvolta vi troviate nelle medesime situazioni, vi assicuro molto frequenti in cantiere.

REGOLA N°1: FENOMENO DEL BLEEDING SUPERFICIALE

Il fenomeno del bleeding negli autolivellanti è abbastanza noto. Detto in estrema sintesi ciò che accade è che la parte superficiale del massetto autolivellante si indebolisce a causa dell’affioramento degli additivi e “spolvera”. Normalmente questo fenomeno si verifica quando il massetto autolivellante viene gettato troppo liquido (con errata percentuale dell’acqua di impasto nella miscelazione), oppure con determinate condizioni di temperatura (troppo freddo o troppo caldo) Il Bleeding si riscontra provando a raschiare il massetto con una spatola rigida: se avviene un facile distacco di frammenti di massetto e presenza di polvere siamo in presenza di bleeding.
Dal punto di vista tecnico non è un fenomeno altamente preoccupante se viene riconosciuto per tempo e trattato correttamente: il massetto con questa problematica, anche se a chiazze, va carteggiato nella sua interezza, aspirata la polvere che si crea, dopodichè andrà primerizzato con primer idoneo al tipo di pavimentazione che sarà successivamente posato. Prima di posare il primer è necessario assicurarsi che il massetto sia asciutto dopo averne misurato l’umidità residua (vedi capitolo 4°)

REGOLA N°2: ERRORI NELLA POSA DELL’IMPIANTO RADIANTE

a) Posa della bandella perimetrale con nylon troppo teso a cavallo del tubo
Accade frequentemente che l’idraulico che monta l’impianto a pavimento, ignaro dei rischi che questo comporta, posi il nylon accoppiato alla bandella perimetrale troppo tesa a cavallo del tubo del riscaldamento incastrato tra le bugne. Si viene cosi’ a creare uno spazio vuoto d’aria tra nylon ed impianto radiante, un punto questo molto debole nel quale una minima pressione può determinare una rottura del massetto stesso e dell’eventuale pavimento sovrastante. Assicurarsi sempre che il nylon accoppiato alla bandella di compressione perimetrale sia tenuto lasso in modo che il massetto fluido vada ad appoggiarsi al tubo incastrato tra le bugne.

b) Posa del riscaldamento a pavimento con chiusura dei pannelli “a malta”

Quando ci troviamo nella situazione sopra in foto è importantissimo mantenere la calma e non farsi prendere dal panico. Sarà sufficiente praimerizzare il fondo della parte ricoperta da malta cementizia con idoneo primer a base acqua, tipo FZ CER opportunamente diluito, il giorno prima del getto ed anche appena prima, in modo da saturare il fondo assorbente e fare in modo che l’acqua di impasto del massetto autolivellante non venga assorbita, se ciò accade è molto probabile si vengano a creare microfessurazioni nei punti dove al di sotto non c’e’ il pannello radiante ma la malta che ha un assorbimento differente.

c) Posa del pannello radiante “forato” direttamente sul fottofondo alleggerito tipo “polimix”

Nel video a seguire vedrete come sarà l’effetto finale del massetto fluido tipo livellina nel caso di posa nella situazione descritta dalle foto, senza preparare opportunamente il fondo come Vi spiegherò.

Quando arriviamo in cantiere e ci troviamo di fronte a questa situazione i casi sono due:

1) smontare tutto l’impianto radiante e posizionare uno strato di separazione/scorrimento per massetto fluido, andrà bene anche un nylon ad alta grammatura, meglio se barriera vapore (ma non mi sembra il caso….)

2) fidarvi di quello che vi sto per spiegare: quando si posano le livelline a basso spessore su pannello forato, direttamente su alleggerito senza primer nè strato di separazione, l’acqua d’impasto della livellina viene assorbita rapidamente dal sottofondo alleggerito sottostante e ciò provoca microcavillature nel massetto finale come visionato nel video precedente. Per evitare questo sarà necessario seguire questo procedimento:

– nebulizzare fino a rifiuto Primer FZCER diluito 1 : 5, 24 ore prima del getto

– nebulizzare fino a rifiuto Primer FZCER diluito 1 : 2, appena prima del getto

In questo modo andremo a “saturare” impermeabilizzando il sottofondo alleggerito ed il successivo getto di livellina fluida non andrà a “perdere” l’acqua di impasto, asciugandosi nei tempi giusti, non creando stress particolari al massetto e di conseguenza non si creeranno microcavillature.

REGOLA N°3: RISPETTARE I TEMPI DI ASCIUGATURA DEL MASSETTO E ACCENSIONE DELL’IMPIANTO RADIANTE

Con i nostri materiali

FZ105 MASSETTO AUTOLIVELLANTE CEMENTIZIO spess minimo 3 cm

Con FZ105 l’accensione del sistema radiante a pavimento è prevista dopo circa 21 gg. come da norma di riferimento per tutti i prodotti a legante cementizio. Il prodotto non richiede nessun trattamento con primer tranne nel caso in cui si posasse il rivestimento “listoni in legno”.

CICLO DI ACCENSIONE Temperatura di mandata 20/25 °C di partenza. Aumentare di 5°C al giorno e mantenere costante la temperatura per circa 24 H. Raggiunti e 40/45 °C mantenerli per circa 48 H. Effettuare la stessa procedura in fase di spegnimento sino alla temperatura di mandata iniziale.

FZ180 BIO THERMAL MASSETTO AUTOLIVELLANTE ANIDRITICO PURO spess minimo 3 cm

L’accensione del sistema radiante a pavimento con FZ180 THERMAL è prevista dopo circa 5/6 gg. Il prodotto richiede trattamento con primer idoneo FZC pe ceramica e FZL per parquet.

CICLO DI ACCENSIONE Temperatura di mandata 20/25 °C di partenza. Aumentare di 5°C al giorno e mantenere costante la temperatura per circa 24 H. Raggiunti e 40/45 °C mantenerli per circa 48 H. Effettuare la stessa procedura in fase di spegnimento sino alla temperatura di mandata iniziale.

F425 LIVELLINA ANIDRITICA spessore minimo 1 cm

Con F425 l’accensione del sistema radiante a pavimento è prevista dopo circa 5/6 gg. Il prodotto richiede trattamento con primer idoneo FZC per ceramica e FZL per parquet.

CICLO DI ACCENSIONE Temperatura di mandata 20/25 °C di partenza. Aumentare di 5°C al giorno e mantenere costante la temperatura per circa 24 H. Raggiunti e 40/45 °C mantenerli per circa 48 H. Effettuare la stessa procedura in fase di spegnimento sino alla temperatura di mandata iniziale.

F488 LIVELLINA CEMENTIZIA spessore minimo 1 cm

Con F488 l’accensione del sistema radiante a pavimento è prevista dopo circa 6/8 gg. Il prodotto non richiede nessun trattamento con primer tranne nel caso in cui si posasse il rivestimento “listoni in legno”.

CICLO DI ACCENSIONE Temperatura di mandata 20/25 °C di partenza. Aumentare di 5°C al giorno e mantenere costante la temperatura per circa 24 H. Raggiunti e 40/45 °C mantenerli per circa 48 H. Effettuare la stessa procedura in fase di spegnimento sino alla temperatura di mandata iniziale.

REGOLA N°4: VERIFICARE SEMPRE L’UMIDITA’ DEL MASSETTO PRIMA DELLA POSA A COLLA DEI PAVIMENTI, SIA IN CERAMICA CHE IN LEGNO

In questi ultimi 15 anni di esperienza di fornitura e posa di massetti autolivellanti ho potuto assistere ad episodi impensabili.

Ne racconto uno in particolare: dopo due anni dalla posa del massetto anidritico e del pavimento a colla siamo stati contattati dal cliente perché sono iniziati a verificarsi dei distacchi delle ceramiche negli appartamenti abitati e sul posto con strumento misuratore igrometro ai carburi abbiamo verificato che l’umidità residua del massetto anidritico era ancora dopo due anni superiore al 5%, la norma di riferimento UNI 11265, nel caso di massetti cementizi con incorporato l’impianto di riscaldamento dice che l’umidità massima ammessa è dell’ 1,7%.

Poi analizzando la storia del cantiere con l’impresa abbiamo scoperto che dopo la posa del massetto fluido avvenuta in pieno inverno, sono stati montati i serramenti, è stata fatta l’attivazione dell’impianto, sempre a finestre chiuse e dopo 3 mesi è stato fatto l’incollaggio delle ceramiche. L’umidità presente nell’ambiente SCARSAMENTE ARIEGGIATO è stata determinante nella NON asciugatura del massetto, per cui si è posato il pavimento su un massetto anidritico umido, da qui la spiegazione dei distacchi….e da qui la necessità di VERIFICARE SEMPRE L’UMIDITA’ DEL MASSETTO (SOPRATTUTTO SE A BASE ANIDRITICA) PRIMA DELLA POSA DEL RIVESTIMENTO CON IGROMETRO AI CARBURI!!

Per maggiori dettagli questo articolo risponderà ad ogni dubbio:

https://www.ingenio-web.it/7249-misurazione-dellumidita-del-massetto-prima-della-posa-in-opera-del-parquet#:~:text=Percentuale%20di%20umidit%C3%A0%20residua%20del,deve%20essere%20del%202%25%20massimo.

REGOLA N°5: POSA DI LIVELLINE A BASSO SPESSORE SU SUPERFICI MISTE

Nell’ambito del recupero di vecchi spazi abitativi ultimamente ci è capitato di dover dare soluzioni ai clienti che ci chiedevano di posare con bassi spessori ed a costi contenuti su pavimentazioni esistenti in situazioni simili alla foto sopra, dove si presentavano tracce recenti coperte con semplice malta da muratura. In casi come questi abbiamo provveduto ad impermeabilizzare le tracce saturandole fino a completo assorbimento con il nostro primer FZCER in modo che non si trasformassero in spugne per l’acqua di impasto del nostro massetto e ci consentissero di posare la livellina fluida in aderenza al vecchio pavimento.
Per capire le lavorazioni eseguite in questi casi vi invito ad aprire il video a fianco